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martes, 5 de junio de 2012

Memory the colours in my mind


Memory the colours in my mind

di  Javier Martinelli





Le metamorfosi della vita aggiungono qualcosa alla quotidianità, i colori differiscono dal tono della sensibilità di ognuno di noi.
L’autore.


1°capitolo -

Ho disegnato per ore e ore interminabili nello scorrere della mia vita regalando posto ai colori che si spargevano sulla tela bianca.
Le notti passate con dentro il naso, l’odore delle matite e l’acre suono dell’olio che mi stordiva in aggiunta a quel puzzo di filtro di una sigaretta che si stava bruciando.
Così Manuel migrava in un viaggio che lo portava dietro nel tempo e il suo mondo si colorava di emozioni che forse nemmeno l’autore di quella tela sapeva che sarebbero passate attraverso la sua mano.
Passando poi ad amare, con quelle stesse mani, Lei che era lì in un soave silenzio, intorno a lui come una gatta.
Le coperte sul letto, tante, in quella notte fredda d’inverno.
Comode per starci sotto a dormire, morbide per farci l’amore.
La luna era alta in cielo. Piena. E intorno nuvole rosa su di un infinito blu.
Isabelle splendida pelle bianca, occhi verdi, stesa sul letto sotto le mani di Manuel.


2- L’incontro

La luce calda diffondeva il calore di quel pomeriggio di mezza estate nell’aria.
Nelle strade gruppi di persone si affogavano nelle gelaterie uscendo con i coni- gelato che si scioglievano non appena uscivano dall’aria condizionata.
Sotto le fontane i bambini si affacciavano ingoiando gli scrosci d’acqua che zampillavano a intervalli singhiozzanti.
Nel caos di quel pomeriggio si avvertiva una monotona lentezza estiva.
Quasi come un fermo- immagine Isabelle apparve agli occhi di Manuel.
La sua pelle era bianca quasi anacronistica, sulle guance scendevano goccioline di calura che si fermavano sul contorno delle sue labbra rosa.
Manuel veniva con passo pesante.
La sua testa era dentro ad altro e vagava per un sentiero che conosceva ma che sembrava un deserto.
Isabelle fu come un miraggio.
Avvicinandosi a quell’eterea figura, la incominciò a vedere sempre più come una presenza che soavemente riempiva la sua vista.
Isabelle era seduta su di una poltroncina nei pressi di un caffè, sorseggiando con aria serafica una tazza di tè.
Sembrava che tutti quei rumori e quella gente non la perturbassero minimamente.
Venne incontro a Manuel la proprietaria del caffè che, conoscendolo, lo presentò a Isabelle.
Li lasciò e andò all’interno del locale.
La figura di Manuel avvicinandosi nel gesto di saluto fece per un attimo ombra su di lei.
La mano lunga e affusolata di lei entrò nella mano grande e nervoluta di lui e per un attimo sparì, per poi tornare ad abbracciare con un soave e lento gesto la tazza di tè.
Nel momento in cui la bocca si schiuse si aprirono i suoi occhi.
Lo sguardo di Manuel incontrò il verde dei suoi occhi.
Fu un attimo che durò una vita.


Í colori tracciano sulla tela onde di memoria.
Í toni mutano nei ricordi della vita che scorre attraverso le morbide setole.


La mano continua a scorrere sulla tela e le pennellate si susseguono lente e caute ora, i suoi ricordi cambiano tono di blu per arrivare all’azzurro. 


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